Il rallentamento rispetto al tasso medio di crescita dei primi dieci mesi dell’anno (+16,7%) è dovuto soprattutto al fatto che il confronto si fa con un novembre 2015 eccezionalmente positivo (+23,5%). Secondo gli operatori interpellati dal Centro Studi Promotor sul dato del novembre scorso ha inciso però anche l’imminenza del referendum sulle modifiche alla Costituzione. Le vigilie elettorali determinano sempre nel nostro Paese un rinvio delle decisioni di acquisto di beni di consumo durevoli di costo elevato, come le automobili. Se si considera, però, che un modesto impatto sulle vendite di novembre ha avuto anche il calo degli acquisti nelle zone terremotate, l’effetto del referendum sulle vendite è stato tutto sommato modesto. Con un volume di immatricolazioni nei primi undici mesi dell’anno di 1.699.944 autovetture (+16,5%) il risultato di novembre consente in ogni caso di confermare le previsioni recentemente formulate per l’intero 2016 e cioè 1.830.000 immatricolazioni, e non pregiudica certo le prospettive per i prossimi anni.
A questo proposito il Centro Studi Promotor ha presentato oggi le sue previsioni per il 2017 e per il 2018 nella conferenza stampa in vista dell’apertura al pubblico il 3 dicembre prossimo, del 40° Motor Show di Bologna. Secondo il Centro Studi Promotor nel 2017 verranno immatricolate in Italia 2.031.000 autovetture con una crescita dell’11%, mentre nel 2018 si toccherà quota 2.150.000 (+5,9%), livello, questo, che può essere considerato fisiologico per il mercato italiano. Per effetto della crisi economica – ha spiegato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato italiano dell’auto aveva subito un calo molto severo. Con l’avvio della ripresa dell’economia anche il mercato dell’auto ha invertito la tendenza e, dopo una modesta crescita nel 2014, ha conosciuto tassi di incremento a due cifre nel 2015 e nel 2016. Questi positivi risultati sono dovuti allo scaricarsi sul mercato della domanda di sostituzione insoddisfatta accumulatasi durante la crisi. La regolare sostituzione delle auto, nella fase più grave della crisi, era stata infatti rinviata sia per l’impatto del calo del Pil, sia, ed ancor più, per il timore che il futuro riservasse sviluppi più negativi di quelli che si erano visti prima dell’inversione di tendenza.
Con la ripresa dell’economia gli italiani hanno dunque ricominciato ad acquistare auto attingendo ai risparmi strenuamente difesi durante la crisi ed anche al credito al consumo. Un elemento molto importante che ha consentito la ripresa è stato comunque il fatto che il Pil negli ultimi anni, nonostante il calo subito nella crisi, ha avuto una consistenza in valore assoluto superiore a quella di anni in cui gli acquisti avevano toccato livelli decisamente più alti di quelli attuali. In particolare il Pil del 2016 supererà del 5,6% la media del periodo 1996-2000 in cui vennero immatricolate 2.243.000 vetture all’anno e questo dato è molto importante perché, insieme al permanere di un forte contingente di domanda di sostituzione insoddisfatta e alle attese di prosecuzione della ripresa dell’economia, è tra gli aspetti di fondo su cui si basa la previsione per il 2016 il 2017.